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Chirurgia plastica e medicina estetica con finalità di cura: l’esenzione IVA è realtà

Fatturazione, agevolazione, detrazione… queste sconosciute? Per tanti pazienti che decidono di sottoporsi a chirurgia plastica o medicina estetica, la risposta è sì, sconosciute. Eppure conoscere informazioni sulla cosiddetta “finalità di cura” e sulle “prestazioni sanitarie meritevoli di esenzione IVA” prima di procedere è importante, per potersi garantire un trattamento corretto anche dal punto di vista fiscale.

Realtà o leggenda? Nessun dubbio, realtà. Due mani che indossano guanti da chirurgo, un professionista con cuffia e mascherina, un paziente, un trattamento ambulatoriale o un intervento chirurgico, un’avvincente storia di bellezza e funzionalità che racconta anche un’altra storia: se ontologicamente connesso al benessere psico-fisico del soggetto che riceve la prestazione, e quindi alla tutela della salute della persona, il trattamento è esente da IVA per il contribuente

Una notizia molto interessante tornata di recente sul mainstream: le prestazioni mediche di chirurgia estetica (ed anche le prestazioni di medicina estetica) se eseguite con finalità di cura godono dell’esenzione e sono detraibili in dichiarazione dei redditi. Una storia che comincia con qualche controversia e con non poche discussioni sul tema, per giungere ad un epilogo chiaro e indiscutibile. Ne parliamo con il chirurgo plastico specialista e master in medicina estetica Maria Stella Tarico.

“Le prestazioni a carattere terapeutico si distinguono dalle prestazioni a carattere meramente estetico e sono esenti da imposta, nei limiti in cui sono finalizzate a trattare o curare persone che, a seguito di una malattia, di un trauma, di un handicap fisico congenito o di un grave inestetismo, subiscono disagi psico-fisici, e sono dunque rivolte alla tutela della salute. Il concetto di salute non va quindi limitato solo ad un problema fisico accertabile da strumenti diagnostici. La prestazione deve comunque essere legittimata da apposita prescrizione medica”.

Cosa dice in proposito di “salute” l’Organizzazione Mondiale della Sanità?

“Secondo la Costituzione dell’OMS, l’obiettivo dell’Organizzazione è “il raggiungimento, da parte di tutte le popolazioni, del più alto livello possibile di salute”, definita come “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale” e non semplicemente “assenza di malattie o infermità”. Cito inoltre l’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, obiettivo 3: Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti a tutte le età”. 

Tra le numerose agevolazioni previste dalla normativa fiscale del nostro Paese, quella delle spese sanitarie è la tipologia più richiesta. La chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica è una spesa sanitaria detraibile?

“Tra le spese sanitarie è possibile includere la detrazione per quegli interventi che mirano ad un recupero della normalità sanitaria e funzionale del paziente, o per quelli con l’obiettivo di correggere inestetismi che creano disagi psicofisici alla persona, sia presenti dalla nascita, sia dovuti ad eventi pregressi come incidenti stradali, tumori, incendi, ecc. La motivazione affinché un qualsiasi intervento sia detraibile non riguarda quindi l’entità dell’intervento (sono infatti detraibili anche quelli di piccola chirurgia o sostenuti ambulatorialmente in day hospital), ma la sua finalità”.

Bellezza o salute, estetica o funzionalità, inestetismo o patologia… in ogni caso, comincia così il viaggio verso un futuro migliore. Compito del buon chirurgo plastico, puntare alla correzione funzionale mirando anche al risultato estetico migliore. E se può essere esente da IVA o detraibile nella dichiarazione dei redditi… meglio così!