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Intervento chirurgico: le domande più frequenti sull’anestesia

La più grande conquista della chirurgia? Annullare il dolore con l’anestesia. Mai stanca di stupire e raccontare il presente attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie, l’anestesia ha permesso il progresso delle tecniche operatorie ed ha avviato un percorso verso una migliore qualità della vita, garantendo benessere fisico ed emotivo al paziente. Divinus opus sedare dolorem. In Mesopotamia la compressione delle carotidi, in Egitto il freddo, nell’antica Roma la mandragora e l’oppio: se da sempre l’uomo ha cercato di lenire il dolore, è con Crawford Long, dottore statunitense, e con l’etere, ossido di etile incolore e ipnotico, che nasce la moderna anestesia nel 1842. E ai nostri giorni, in cui si pratica con la somministrazione di farmaci per via inalatoria o per via endovenosa, disponiamo di quattro principali categorie di anestesia affinché la chirurgia e le altre procedure mediche possano essere eseguite in sicurezza e in assenza di dolore: generale, regionale (spinale ed epidurale), locale, sedazione. Chi deve sottoporsi ad intervento chirurgico può avere molte domande. Ne abbiamo sottoposte dieci al chirurgo plastico specialista Maria Stella Tarico.

1 Cos’è la visita anestesiologica?

“Si tratta di una visita di importanza fondamentale: l’anestesista procede con un’approfondita anamnesi, valutando lo stato di salute del paziente, l’altezza e il peso, le patologie, le eventuali allergie, i recenti ricoveri ospedalieri, le precedenti esperienze con l’anestesia, l’assunzione di farmaci o integratori, il consumo di alcolici o il fumo. Valuta così rischi e vantaggi per calibrare la corretta anestesia e garantire al paziente la sicurezza, riducendo al minimo complicanze, disagi ed effetti collaterali”.

2 Quali sono le differenze fra i quattro principali tipi di anestesia?

In anestesia generale viene indotto il sonno. Il paziente non conserverà ricordi e non risponderà ai segnali di dolore. Il “sonno” indotto dall’anestesia generale è diverso dal sonno normale: il cervello non risponde ai segnali di dolore come invece succederebbe normalmente in caso di forti stimoli. In anestesia regionale il paziente rimane cosciente ma non prova dolore, in quanto il distretto corporeo da operare ha una ridotta o assente sensibilità. Le più comuni sono l’epidurale e la spinale. In anestesia locale il farmaco viene iniettato sottopelle e anestetizza una superficie ridotta, ed è una tecnica utilizzata soprattutto in dermatologia. La sedazione, infine, spesso associata alla locale, rilassa il paziente (che resta cosciente) e previene ansia e dolore”.

3 Posso scegliere a quale anestesia verrò sottoposto?

“È possibile rivolgere all’anestesista tutte le domande possibili, ogni dubbio personale e le proprie preferenze. La decisione finale spetta comunque allo specialista, dopo la valutazione di tutti i rischi e i vantaggi”.

4 Quando viene utilizzata l’anestesia generale?

“Lo specialista può raccomandare l’anestesia generale in diversi casi: in procedure che richiedono molto tempo, in interventi complessi o in caso di interventi chirurgici che influiscono sulla respirazione, come al petto o all’addome, per ottenere, oltre all’analgesia, anche l’immobilità, la perdita dei riflessi motori, l’incoscienza e il rilassamento muscolare e scheletrico. Durante l’intervento l’anestesista rimarrà vigile e controllerà il battito cardiaco, la pressione sanguigna e la concentrazione di ossigeno nel sangue grazie a speciali strumenti medici”.

5 In quanto tempo viene smaltita l’anestesia generale?

” I farmaci vengono in gran parte smaltiti nell’arco di qualche ora dopo la procedura chirurgica, ma dipende comunque dal tipo di intervento. L’anestesista pianifica le dosi in modo tale che l’effetto superi la durata prevedibile, ma l’effetto può essere sia interrotto che prolungato”.

6 Per quale motivo vengono spesso preferite la spinale o l’epidurale alla generale?

“Per ridurre il rischio di complicazioni e per dare al paziente un post operatorio semplificato. Consiste nel blocco della sensibilità del distretto corporeo interessato: l’anestetico viene iniettato in prossimità delle radici nervose del midollo spinale, senza coinvolgere cuore e cervello”.

7 Perché bisogna smettere di fumare prima di un intervento?

“Per ridurre il rischio di complicazioni. Chi fuma ha una ridotta capacità di di trasporto di ossigeno nel sangue, produce una maggiore quantità di muco e genera effetti negativi sul microcircolo, quindi i casi di complicazioni sono più alti nei fumatori. Inoltre il fumo compromette o ritarda la guarigione”.

8 Quali sono le raccomandazioni da seguire dopo un’anestesia totale?

Gli anestetici totali possono influenzare concentrazione, riflessi e memoria per un paio di giorni. Raccomandiamo al paziente di presentarsi in compagnia di un adulto responsabile che possa stargli vicino per almeno 24 ore dopo l’intervento in caso di dimissioni in giornata. È inoltre raccomandato di evitare guida e consumo di alcolici per almeno 48 ore dopo l’intervento, di non bere subito dopo il risveglio perché i muscoli dell’apparato digerente potrebbero non aver recuperato le proprie funzioni e di sospendere quei farmaci che possano influire negativamente sul post operatorio”.

9 Un tempo la spinale causava un forte mal di testa. È ancora così?

“Oggi la spinale viene eseguita con un nuovo metodo: in passato gli aghi erano molto lunghi e grossi, oggi si usano aghi molto sottili che migliorano la manualità, e l’effetto della cefalea si è notevolmente ridotto. Si tratta dell’anestesia più utilizzata nei parti cesarei”.

10 Finiti gli effetti dell’anestesia, sentirò dolore dopo l’intervento?

“Negli ultimi anni l’attenzione al benessere del paziente è molto cresciuta: il chirurgo e l’anestesista prescriveranno dei protocolli antidolorifici che ridurranno al minimo i disagi nel post operatorio”.