È italiano il primo “Registro nazionale degli impianti protesici mammari” obbligatorio
Mastoplastica additiva, un fenomeno travolgente che da oltre 60 anni detta canoni estetici e ideali di bellezza fisica. Da sempre grande protagonista della chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, l’intervento resta incessantemente sulla cresta dell’onda. Simbolo della passione e oggetto del desiderio, il seno perfetto oggi ha la sua formula magica, e la nuova seduzione si gioca sulla proporzione e sull’armonia che conferisce all’intera figura femminile: un décolleté con il profilo a goccia, non distante più di un paio di centimetri, dalla taglia contenuta e dall’aspetto naturale. E se l’algoritmo ideale dei nostri giorni è la combinazione dei numeri 45, 55, 20 (45% è la percentuale del volume del seno nella parte superiore, 55% è la percentuale del volume nella parte inferiore e 20 indica la regola per il capezzolo, che deve stare naturalmente inclinato all’insù di 20 gradi), quelle dee di fine millennio che per anni hanno portato in giro seni effetto “reggiseno imbottito” hanno lasciato spazio ad un nuovo stereotipo di bellezza femminile, che preferisce l’eleganza di una misura contenuta e la sensualità di una forma ideale.
Meno volume, uno stile di vita più dinamico. Ma ciò che le donne chiedono oggi è anche una maggiore sicurezza delle protesi mammarie, il tema più sentito anche da ricercatori, chirurghi e professionisti del settore. E qui la novità: da quest’anno, con l’entrata in vigore del Regolamento pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 18 gennaio 2023, diventa obbligatorio il Registro nazionale degli impianti protesici mammari. Ne parliamo con il chirurgo plastico specialista Maria Stella Tarico.
“Le protesi mammarie sono dispositivi medici di classe III. Per implementare il controllo sui dispositivi di questa classe, il Ministero della Salute ha costituito il Registro nazionale (ed anche i Registri regionali e provinciali) degli impianti protesici mammari. Come Autorità Competente sui dispositivi medici in Italia, il Ministero svolge un’attenta attività di controllo su questo settore, a garanzia della sicurezza nell’utilizzo delle protesi impiantate”.
Quali sono le finalità del Registro nazionale degli impianti protesici mammari?
“Prima di tutto il monitoraggio clinico delle pazienti sottoposte a impianto. È possibile prevenire e verificare con immediatezza eventuali complicanze, e allo stesso tempo migliorare la gestione clinica degli effetti indesiderati o degli esiti a distanza. Poi la tempestiva rintracciabilità della paziente in caso di necessità, e non ultimo il monitoraggio epidemiologico per lo studio e la ricerca scientifica in relazione all’efficacia e alla sicurezza dell’impianto mammario sia a breve che a lungo termine. Tutto ciò si traduce in sicurezza, cui la qualità delle protesi mammarie deve in primo luogo rispondere, e in pazienti maggiormente tutelate”.
Quindi cos’è che nel 2023 diventa obbligatorio?
“In primis la registrazione di ogni singola procedura eseguita da parte di tutti gli operatori sanitari, operanti in strutture pubbliche e private, che impiantano o rimuovono protesi sul nostro territorio nazionale, entro 3 giorni dall’esecuzione, sia per finalità estetiche che ricostruttive. Ed anche per i distributori di impianti mammari diventa obbligatorio registrare ogni singolo dispositivo commercializzato”.
Ci sono altri Registri attivi nel mondo?
“La Commissione Europea ha chiesto a tutti gli Stati membri di adottare queste misure, ma ad oggi gli altri Registri non sono obbligatori e sono gestiti da società scientifiche. È l’Italia il primo paese al mondo a disporre di un Registro obbligatorio. La sicurezza aumenta nel nostro paese, e ne siamo orgogliosi: le nostre pazienti sono maggiormente tutelate”.