Due terapie performanti di medicina estetica, Biorivitalizzazione e Bioristrutturazione, per regalare alla pelle una profonda azione migliorativa, un effetto tensore e una nuova elasticità, per un effetto lifting molto naturale che non provoca gonfiori e non modifica i volumi.
Focus sulla skin quality: Biorivitalizzazione e Bioristrutturazione non sono la stessa cosa, ma entrambe curano la qualità della pelle rendendola più tonica
Medicina estetica, da sempre un binomio vincente che sottolinea quanto l’azione curativa ai fini estetici possa migliorare la qualità della vita di chi vive un disagio a causa di un inestetismo o del naturale invecchiamento, generale e cutaneo. Un programma di prevenzione e terapia che si occupa della ricostruzione dell’equilibrio psicofisico, capace di muoversi agilmente tra viso e corpo e mettendo a disposizione anche trattamenti più curativi che correttivi. È il caso di Biorivitalizzazione e Bioristrutturazione, due metodiche nate per elevare le qualità delle pelle, mantenerla tonica ed elastica e stimolarne le funzioni.
Il modo migliore per combattere i segni visibili dell’invecchiamento cutaneo come rughe, ptosi, perdita di tono ed elasticità e migliorare l’architettura della pelle? Rivolgersi ad un bravo medico che si occupa di skin quality, per tornare a risplendere di luce propria ed esaltare quella del proprio incarnato. Emanare freschezza e radiosità senza modificare i volumi e senza gonfiori da filler: ne parliamo con la dottoressa Maria Stella Tarico, chirurgo plastico specialista e master in medicina estetica.
Ci spiega la differenza tra Biorivitalizzazione e Bioristrutturazione?
“Non sempre è chiara la differenza tra le varie terapie di medicina estetica dedicate alla pelle. Certo molte si somigliano ed hanno la stessa finalità. È il medico che dopo un attento check up cutaneo potrà proporre al paziente piani terapeutici mirati secondo le esigenze, monitorando inoltre i progressi alla terapia associata. La differenza fra le due procedure è sostanzialmente la profondità d’azione: entrambe si eseguono con sostanze iniettive, ma mentre la Biorivitalizzazione agisce più in superficie per ripristinare l’equilibrio della pelle, migliorare l’idratazione e l’elasticità dei tessuti, la Bioristrutturazione si propone di ristrutturare la pelle ad un livello profondo stimolando la produzione di nuove fibre di collagene ed elastina, ed ha effetti più duraturi nel tempo. Sono diverse per obiettivi, metodi utilizzati e formula delle sostanze iniettive, ma entrambe possono essere combinate per ottenere i massimi risultati raggiungibili”.
Quando fare l’una o l’altra?
“La Biorivitalizzazione è il trattamento indicato per che desidera un miglioramento a breve termine dell’idratazione, della tonicità e della luminosità della pelle. I risultati sono immediati e progressivi, si svolge in tre o quattro sedute ed è anche un trattamento di pre-juvenation, ideale per chi desidera prevenire i segni dell’invecchiamento. L’area d’azione è generalmente quella di viso, collo e décolleté ed è consigliata a pazienti giovani, anche a partire dai 25 o 30 anni. Certo è efficace anche a 40 o 50, ma è poco performante in caso di cedimento, rughe profonde e segni di foto aging. La combinazione di sostanze è a base di acido ialuronico, peptidi e vitamine. La Bioristrutturazione è invece indicata per chi mostra segni d’invecchiamento di grado severo. Stimola la pelle a rigenerarsi ed ha una potenza maggiore grazie all’azione del collagene, che stimola i fibroblasti a lavorare con maggior efficacia. Oltre al collagene, fra i bioristrutturanti abbiamo a disposizione anche l’idrossiapatite di calcio, che ha sì un’azione immediata, ma che nel tempo va a stimolare la neocollagenesi. Si comporta in modo simile al tessuto cutaneo e non trattiene acqua, ma mima il grasso del tessuto ed ha un effetto lifting molto naturale, sia in fase statica che dinamica. È indicato per l’uso nel subderma e nel derma profondo ed elevate prestazioni. E gli effetti durano più a lungo”.
È possibile procedere con la Bioristrutturazione anche su aree corporee diverse da viso, collo e décolleté?
“Sì, il trattamento trova impiego anche per trattare l’inestetismo più comune, la lassità cutanea. Due sole procedure nell’arco di un mese possono ridare alla pelle la tonicità perduta. È particolarmente indicato per l’area brachiale, per l’interno coscia e per l’addome”.