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Rimodellare l’addome: Liposcultura o Addominoplastica? 

Se tra i programmi della nuova stagione invernale c’è quello di rimodellare l’addome e tornare in forma (giusto in tempo per sfoggiare un bikini da urlo la prossima estate!) ecco i due trattamenti chirurgici perfetti per la remise en forme della silhouette con risultati definitivi, i più richiesti in post bariatrica, in post parto e nella lotta al grasso localizzato: Liposcultura & Addominoplastica. Due interventi diversi, a volte complementari, due performance chirurgiche con risultati straordinari e un unico elemento, l’addome, fra estetica e funzionalità. Ma qual è la differenza?

Adipe in eccesso, lassità cutanea effetto grembiule, scarsa tonicità della muscolatura, diastasi della parete ventrale: inestetismi ma anche patologie, così trasversali da insidiare persino i corpi più magri e scolpiti. Abbiamo chiesto al chirurgo plastico Maria Stella Tarico di spiegarci le differenze fra i due interventi, che si possono comunque coniugare in combosurgery, cioè nella stessa seduta operatoria, per ottenere una silhouette più snella, asciutta e definita.

“La Liposcultura è una procedura chirurgica impiegata per eliminare i depositi di grasso localizzato sull’addome (e su diverse altre aree corporee) resistenti alla dieta e all’attività fisica. La nuova tecnica Vaser, la liposcultura a ultrasuoni, è un nuovo metodo delicato e mini-invasivo in anestesia locale che aspira l’adipe sia di piccole che di ampie aree corporee, rimodellando in alta definizione profili di uomini e donne. Il grasso viene eliminato in modo rapido e indolore, con risultati evidenti e una convalescenza molto veloce. La Vaser è tessuto-selettiva: l’ultrasuono si focalizza sul grasso e lascia intatti gli altri tessuti (nervi, vasi sanguigni, tessuto connettivo). Le cellule adipose vengono poi delicatamente aspirate con una micro-cannula. Per la prima volta, grazie a questa metodica, si possono scolpire aree corporee come l’addome definendo l’aspetto dei muscoli e restituendo ai tessuti uniformità e armonia. 

Ben altra cosa è invece l’Addominoplastica. Il rimodellamento dell’addome con l’Addominoplastica è indicato in quei casi di eccessivo cedimento cutaneo per rimuovere la pelle in eccesso in seguito a variazioni di peso, gravidanze o semplicemente a causa del naturale invecchiamento, ma anche nei casi di cedimento della parete muscolare per ricostruire e riabilitare i retti addominali. Garantisce un risultato estetico molto importante in termini di armonia corporea, rientra infatti tra i 5 interventi di chirurgia estetica più richiesti. Ma in caso di diastasi dei muscoli retti, di ernie e laparocele o di floppy wall (letteralmente parete molle), al risultato estetico si antepone il beneficio della cura di una grave patologia”.

E quando invece si parla di mini-Addominoplastica?

“Per correggere gli di eccessi di cute limitati alla regione sovrapubica lo scollamento non oltrepassa l’ombelico. In questo caso si parla di mini-Addominoplastica. La correzione invece dell’intera superficie addominale fino all’arcata costale con disinserimento e reinserimento dell’ombelico è un’Addominoplastica completa. La versione “mini” dell’addominoplastica è quindi indicata per risolvere inestetismi meno pronunciati e può essere utile dopo un parto cesareo: l’incisione del taglio muscolare in regione sovrapubica produce una cicatrice a cui spesso la pelle si appoggia, formando un grembiule. Qualora si debbano correggere solo lievi eccessi di cute sotto l’ombelico e la parete addominale non risulti compromessa, si procede all’incisione trasversale in prossimità della cicatrice da taglio cesareo, la pelle e il grasso vengono scollati dalla parete muscolare fino all’ombelico e si asportano gli eccessi di tessuto, riportando l’addome della paziente ad un look tonico e ad un ventre piatto. Le suture vengono eseguite con punti interni per rendere meno evidente la cicatrice, che è breve e resta nascosta sotto l’intimo o il bikini. Si esegue in day-hospital, in genere con anestesia locale più sedazione, dopo l’intervento la paziente può fare ritorno a casa e il decorso post operatorio è molto semplificato”.