La soluzione alle complicanze della distasi addominale
Bellezza è anche cultura del prendersi cura di sé. Non solo nutre l’anima, ma fa bene alla salute e migliora la qualità della vita. È il caso di un intervento eclettico che profuma di estetica e di funzionalità, una chirurgia dalla coscienza ricostruttiva e riparatrice, un makeover tra i più richiesti al mondo in post gravidanza (e non solo): da New York a Bangkok passando per l’Italia, l’Addominoplastica non conosce ostacoli né crisi di settore. Un fenomeno in forte crescita finalizzato non solo ad un rimodellamento corporeo eclatante, ma anche alla cura di serie patologie, pericolose e invalidanti. Proprio così, in molti casi la sua mission è la riabilitazione.
Adipe in eccesso, lassità cutanea effetto grembiule, pieghe e ondulazioni: inestetismi più o meno evidenti che danno all’addome un aspetto davvero sgradevole, ma ciò che non tutti sanno è che molti pazienti presentano un quadro funzionale grave, cioè una parete muscolare fragile, distrutta, che non svolge più la sua funzione, cioè quella di contenere i visceri addominali. Ne parliamo con il chirurgo plastico Maria Stella Tarico, con migliaia gli interventi di Addominoplastica al suo attivo e una casistica trattata davvero completa.
“L’intervento di Addominoplastica è quella soluzione chirurgica che consente la riparazione della diastasi addominale (separazione dei muscoli retti in senso longitudinale), del floppy wall (letteralmente “parete molle”, con muscoli retti ipotonici e assottigliati nello spessore) e delle complicanze, come le ernie addominali”.
Cos’è un’ernia addominale?
“Si parla di ernia addominale quando il fenomeno, invalidante e in genere auto-aggravante, interessa i visceri dell’addome. In un’ernia addominale acquisita, cioè non congenita, i fattori scatenanti possono essere diversi, anche se in comune hanno tutti una debolezza o una diastasi della parete muscolare: l’aumento della pressione intra-addominale, dovuto a sovrappeso, attività fisica esageratamente intensa o a gravidanza, spinge all’esterno i visceri addominali, che facendosi spazio nei punti deboli della parete esitano in una protusione viscerale, appunto l’ernia”.
Esistono diversi tipi di ernia?
“Le ernie lungo la linea mediana possono essere ombelicali, epigastriche o incisionali (dette anche laparoceli, che si formano a causa di un precedente intervento chirurgico). Tendono a manifestarsi con rigonfiamenti e con sintomi come fastidio, dolore, tensione o pesantezza, anche se in alcuni casi restano asintomatiche. In ogni caso è sempre consigliabile ricorrere alla chirurgia correttiva per scongiurare l’ernia strozzata, che rappresenta un’emergenza medica e che richiede immediato trattamento, poiché interrompendo l’apporto di sangue ai visceri può esitare in necrosi dei tessuti”.
L’Addominoplastica è risolutiva?
“La stabilità dei risultati è la nostra priorità. All’esito estetico, certamente molto importante, si antepone il beneficio della cura di questa patologia. Abbiamo messo in atto una tecnica ricostruttiva con grande efficacia di sostegno e di contenimento, favoriti anche dalla disponibilità di nuovi biomateriali ad alta compatibilità tissutale. Il progetto ricostruttivo che eseguiamo in sala operatoria mantiene solida la parete muscolare ventrale nel tempo, oltre l’effetto migliorativo estetico. Stop alle recidive di lassità parietale. Stop al progressivo cedimento muscolare. Questa nuova tecnica personale ha prodotto miglioramenti significativi su tutti i nostri casi”.