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Drenaggi chirurgici: perché sono così importanti?

State per sottoporvi ad un intervento di chirurgia estetica e vi siete documentati. Scommettiamo che conoscete tutto su quali medicinali assumere e quali no, sulla differenza fra anestesia totale e locale con sedazione, sulle guaine contenitive, sui tempi di recupero… Ma siete ugualmente ferrati sui drenaggi chirurgici? Lo sappiamo che molti pazienti lo percepiscono come un fastidio, ma, in ogni caso, vogliamo sapere qui e ora quali sono i vantaggi di questo prezioso presidio frequentemente utilizzato nel post-operatorio.

Drenaggio, dall’inglese to drain, defluire, scolare, prosciugare. Impiegati per convogliare all’esterno fluidi biologici o patologici contenuti nei tessuti, sono dispositivi connessi a sistemi di raccolta. Ne parliamo con il chirurgo plastico Maria Stella Tarico:

Qual è l’utilità del drenaggio chirurgico?

“Il drenaggio cosiddetto precauzionale (o profilattico) ha diverse funzioni: un’azione decompressiva, con lo scopo di evitare l’accumulo di liquidi o altre sostanze, un’azione fognante, per veicolare all’esterno fluidi patologici o fisiologici e prevenire infezioni, e un’azione spia, per consentire al chirurgo di monitorare il materiale drenato ed eventualmente notare anomalie o segni di complicazioni. Secondo il tipo di fluido riscontrato sarà possibile formulare diverse ipotesi: la presenza di pus, ad esempio, in quantità modeste può essere fisiologica, ma se il pus compare tardivamente può essere segno di un’infezione. La presenza di sangue in modeste quantità nell’immediato decorso può essere normale, ma in quantità eccessive o in caso di comparsa tardiva può essere segno di emorragia”.

Quali requisiti devono possedere questi dispositivi?

“Requisiti fondamentali sono il materiale biocompatibile ipoallergenico e la sterilità. Inoltre un dispositivo drenante deve essere non traumatizzante e non decubitante. Esistono comunque diversi tipi di drenaggio, possono essere classificati in base allo scopo ed ogni chirurgo ha le sue regole sui tempi di rimozione”.

Quali sono i tempi di rimozione del drenaggio dopo un intervento al seno?

Negli interventi al seno il tubo del drenaggio fuoriesce da una piccola incisione a livello dell’ascella, dove è stato fissato dal chirurgo per assicurarne l’ancoraggio. I tempi di rimozione dopo una Mastoplastica Additiva, per esempio, variano secondo la quantità di liquidi che ogni giorno viene prodotta. In genere sono sufficienti dai due ai tre giorni, quando ormai il fluido è solo sieroso ed è in scarsa quantità”.

Drain Power. Consente dunque di scaricare raccolte neoformate, evitare ematomi, osservare il materiale drenato, favorire l’emostasi, ma i tubicini vengono inseriti a fine intervento attraverso micro-fori o piccole incisioni dedicate, ed alcuni pazienti temono il dolore quando verranno rimossi.

La rimozione dei tubicini provoca dolore?

“Spesso i pazienti sono preoccupati di provare dolore al momento della rimozione, ma in realtà non si avverte dolore, solo un piccolo fastidio che consente di ridurre le complicanze post-operatorie. La particolare idrorepellenza, tipica dei materiali impiegati in questi dispositivi, facilita la rimozione senza alcun danno al paziente. Il drenaggio è un importante sistema di sicurezza che garantisce al paziente di essere costantemente monitorato e al medico di poter intervenire quanto prima se qualcosa non va”.