Al momento stai visualizzando Ho o non ho una diastasi addominale? Cos’è, come correggerla

Ho o non ho una diastasi addominale? Cos’è, come correggerla

Mettere al mondo un bebé, tornare a casa e… sorpresa! Lo specchio rimanda di te un’immagine che non conoscevi. È difficile accettare chili di troppo, smagliature, macchie sul viso, ritenzione idrica e soprattutto flaccidità e protusione dell’addome. Ok, non facciamoci prendere dal Baby Blues! A tutto c’è rimedio.

Pronta per la remise en forme? Recuperare una splendida forma è un atto d’amore per te stessa che passa non solo dalla dieta, ma anche dal fitness, dalla dermocosmesi, dalla Medicina Estetica e a volte anche dalla Chirurgia Plastica. La gravidanza è un’esperienza intensa ed esaltante, ma mette il fisico a dura prova e può portare profondi cambiamenti non solo estetici, ma anche funzionali. E se la maggior parte dei problemi scomparirà presto, quelli che persistono potranno essere risolti dal chirurgo.

Attenzione all’aspetto dell’addome

Diastasi dei muscoli retti addominali: una delle più diffuse patologie post parto da curare prima possibile. Lontana dall’essere solo un difetto estetico, comporta seri problemi che condizionano la vita di un paziente ed anche la sua salute. Ne parliamo con la dottoressa Maria Stella Tarico.

– Cos’è una diastasi addominale?

“Si tratta di una separazione della parte destra dalla parte sinistra del muscolo retto addominale ed è una patologia molto frequente. Circa due terzi delle donne presenta in post partum la cosiddetta “linea alba”: le due parti del muscolo si separano a causa della pressione esercitata dall’utero e si allontanano dalla linea mediana, creando un solco. In alcuni casi la diastasi si attenua in modo naturale nelle 12 settimane dopo il parto, ma per un terzo delle neo mamme il problema non si risolve. E se una minima separazione è considerata fisiologica, quando supera i 2,6 cm diventa patologica. Si verifica generalmente dopo più gravidanze, o se il bambino è superiore al peso standard, o ancora in caso di parto gemellare, ma può interessare anche sportivi con attività fisica intensa, anziani, soggetti in forte sovrappeso e in alcuni casi può essere congenita”.

– Come si fa a capire se si ha una diastasi addominale?

“Subito dopo il parto avere l’addome gonfio è normale, ma a volte la protusione dell’addome non regredisce, la distanza fra i muscoli va ad aumentare e la pancia assume un aspetto globoso. Siamo in presenza di un deficit funzionale: compaiono problemi addominali, dolori a colonna vertebrale e bacino ed eventuali traumi alla pancia diventano pericolosi. Nei casi peggiori si possono verificare ernie epigastriche o ernie addominali. Se si ha il dubbio di avere una diastasi dei retti addominali, la prima cosa da fare è quella di rivolgersi ad un medico: basta un semplice esame obiettivo per verificare la presenza o assenza dei segni indicativi di una condizione anomala, e in caso di dubbi, il ricorso all’ecografia o alla Tac chiarisce ogni perplessità e fornisce una diagnosi certa”.

– Qual è la terapia?

“La terapia è di tipo chirurgico, e consiste nell’intervento di Addominoplastica. Oltre ad eliminare importanti inestetismi quali cute e tessuto adiposo in eccesso, pieghe, ondulazioni e pelle a grembiule sulla regione pubica, è anche l’unica soluzione definitiva in presenza di un’importante cedimento muscolare”.

Una nuova procedura punta alla stabilità dei risultati. Ad entrare nella leggenda, oggi, le nuove, personali tecniche della dottoressa Tarico per la ricostruzione della parete addominale.

“Una semplice sutura a punti staccati dei tessuti muscolari non ne garantisce la reintegrazione funzionale, sia su donne in post gravidanza che su pazienti di entrambi i sessi con esiti da obesità o traumi sportivi. La chiusura della linea alba, anche se eseguita a regola d’arte, non riesce a correggere in modo definitivo una protusione anteriore del ventre, e così abbiamo messo in atto una tecnica ricostruttiva con grande efficacia di sostegno e di contenimento, favoriti anche dalla disponibilità di nuovi biomateriali ad alta compatibilità tissutale. Il progetto ricostruttivo che eseguiamo in sala operatoria mantiene solida la parete muscolare ventrale nel tempo, oltre l’effetto migliorativo estetico. Stop alle recidive di lassità parietale. Stop al progressivo cedimento muscolare conseguente alla semplice plicatura muscolare. Questa nuova tecnica ha prodotto miglioramenti significativi su tutti i nostri casi”.