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Creme solari: e tu di che fototipo sei?

Atum, Sol Indiges, Sol Invictus. Divinità in molte culture antiche, nana gialla composta da idrogeno ed elio, stella madre del sistema solare, fonte primaria di energia, oggetto di venerazioni, culti e credenze, simbolo messianico e festa pagana, consente la vita sulla terra: il re sole. E se la sua corona d’oro risulta visibile solo durante un’eclissi totale, la sua luce, la sua potenza e il suo calore riscaldano i nostri giorni e rendono incantate le nostre estati. È la fonte principale di vitamina D, e “Il 70% degli italiani è sotto i livelli minimi di questo prezioso micronutriente, con grave rischio di osteoporosi” (Fondazione Umberto Veronesi Magazine). Esporsi al sole è prodigioso, è l’unico modo per accumulare un determinato quantitativo di questa vitamina che contribuisce alla fissazione del calcio e mantiene in salute le ossa per la stagione fredda. Come una polvere magica, i suoi raggi pervadono la nostra anima, penetrano nel nostro corpo e dorano la nostra pelle. Ma attenzione, sempre con le dovute cautele! L’abbronzatura dona un aspetto più luminoso e una nuova bellezza, ma è importante concedersi una tintarella senza rischi. Mai al sole nelle ore più calde. Tra le 12 e le 16 la concentrazione dei raggi UV è più alta, e può danneggiare gli strati più profondi del derma: arrossamenti, ustioni, foto-invecchiamento. Persino l’osservazione del sole, senza le giuste protezioni, può essere dannosa alla vista. Prima di uscire, di andare in spiaggia, di fare attività all’aperto o di partire per un bel viaggio, ricordiamoci di indossare gli occhiali da sole e di usare le creme solari più adatte al nostro fototipo, seguendo le corrette modalità di utilizzo. Ecco di seguito alcuni consigli della dottoressa Maria Stella Tarico, chirurgo plastico, per proteggerci al meglio:

👉 Esiste una giusta quantità da applicare?
“La corretta quantità di crema solare da applicare cambia in base alla superficie da proteggere. In generale, per una protezione senza rischi, la quantità è di 2 mg/cm 2, più o meno quella contenuta nella mano chiusa di un adulto. L’importante è non scendere al di sotto: utilizzare il prodotto con moderazione riduce la protezione”.

👉 Andrebbe scelta in base al fototipo?
“Certamente. Conoscere il proprio fototipo di pelle è il punto di partenza per comportarsi correttamente quando ci si espone alle radiazioni ultraviolette del sole. Il fototipo è una classificazione determinata dalla quantità di melanina presente nel derma, e per coloro che ne contengono quantità minime l’esposizione alla luce solare è molto pericolosa. La dermatologia suddivide la pelle in sei differenti fototipi, secondo la classificazione di Fitzpatrick: il primo è quello che contiene meno melanina di tutti, carnagione lattea/rossastra, occhi azzurri o grigi, capelli rossi o biondi chiari, il secondo fototipo ha la pelle molto chiara, occhi verdi o azzurri, capelli biondi, il terzo pelle mediamente chiara, occhi verdi scuri, capelli biondi scuri o castani, il quarto pelle scura, occhi marroni, capelli castani, il quinto pelle olivastra o mulatta, occhi marroni e capelli neri, e infine il sesto, pelle scurissima, occhi marroni scuri o neri, capelli neri. La tabella ovviamente è generale, ma in caso di caratteristiche contrastanti, come pelle scura e occhi chiari, il fattore più importante resta la carnagione. È sempre opportuno sottoporsi a visita dermatologica, per scoprire le proprie caratteristiche cutanee e determinare il proprio fototipo”.

👉 Quando andrebbero applicati?
“ Anche l’applicazione ha le sue regole. C’è chi dice che la crema solare deve essere applicata mezz’ora prima dell’esposizione al sole per essere assorbita dalla pelle, ma avendo funzione di protezione dai raggi ultravioletti grazie a sostanze specifiche come schermi e filtri chimici, la sua funzione deve essere espletata sulla superficie cutanea, e non in profondità, e se venisse assorbita non potrebbe più filtrare e schermare le radiazioni. Io consiglio di applicarla appena prima di uscire, e di riapplicarla ogni 2 ore”.

👉 Quale sarebbe la corretta applicazione?
Il solare va applicato su tutta la pelle che rimane esposta, comprese orecchie, collo, mani, ascelle, solco fra i seni e piedi. Inoltre i raggi UV non scaldano, quindi anche se c’è vento o è nuvoloso, ed è facile avere la sensazione che la pelle non corra rischi, non è così, va ugualmente protetta. Bisogna applicare sempre il solare anche se si è abbronzati, e riapplicarlo anche dopo il bagno, perché nessuna crema resiste all’acqua al 100%. Bisogna proteggersi anche se si fa attività all’aperto, e non solo in spiaggia: sport, giardinaggio, passeggiata, shopping”.

👉 Il sole fa bene?
Il sole fa bene, al corpo e all’anima. E gli effetti benefici sull’umore e sul fisico sono tangibili. Bastano 40 minuti al giorno per fare una bella scorta di vitamina D per tutto l’inverno, per stimolare in turn over cellulare e la circolazione. Inoltre il sole stimola il rilascio delle molecole della felicità, come la serotonina. E’ un’arma potente contro molti disturbi e ci permette di raggiungere uno stato di benessere fisico quanto mentale”.

👉 Quali sono invece gli effetti dannosi?
I danni possono essere declinati in immediati e tardivi. Fra i primi il più diffuso è l’eritema, la cosiddetta scottatura: rossore, bruciore, prurito. Fra i tardivi il più diffuso è l’invecchiamento precoce della pelle: perdita di elasticità, macchie, rughe: i raggi UVA possono danneggiare le fibre collagene e l’elastina, e nei casi più gravi possono provocare persino tumori della pelle. E attenzione alla pelle dei bambini, a parità di fototipo, hanno comunque una pelle molto più sensibile e vanno sempre protetti con il più alto fattore di protezione.”

👉 Come scegliere la giusta texture?
La consistenza, la densità del prodotto solare va scelta in base alle proprie preferenze, così come il profumo o l’assenza di profumo. I consumatori in genere cercano texture setose, leggere, di veloce assorbimento. La gradevolezza sensoriale dell’applicazione è un fattore molto importante: più è piacevole, più è facile ricordarsi di farlo spesso”.