Amare la propria unicità. Un inno all’autostima dedicato a chi crede nel proprio potere, un’assoluta sintonia con sé stessi, così intensa da far sentire invincibili, inafferrabili, inviolabili. È il potere dell’unicità ad essere da sempre il più grande alleato della bellezza. È ciò che ci contraddistingue, e prenderne coscienza ci permette di essere grandi. Ed è così che la Chirurgia Estetica sembra aver perduto quella voglia di stupire con gli extreme makeover, sdoganando una nuova normalità. Le regole cambiano, e il nuovo approccio al ritocchino, inteso come esaltazione di una personalità unica e irripetibile, diventa “conservativo” e rispettoso dell’anatomia del paziente, per ottenere risultati estetici il più possibile naturali e identitari.
È dunque tempo di una nuova era beauty: correggere un difetto, ritoccare un inestetismo, rimodellare un distretto corporeo, ma senza spersonalizzazione: si fa sempre più strada nella coscienza collettiva il concetto che il diventare semplicemente il meglio di ciò che si è, sia già bellezza.
Nell’era della sovraesposizione mediatica, però, dove la macchina della moda, come del cinema o dei Social, tende a trasformare tutto in leggenda, può succedere che alcuni pazienti tentino di annientare la propria identità, convincendosi di voler somigliare a qualcun altro. La Chirurgia Estetica può diventare un desiderio di fuga da sé stessi, un’ossessione che produce risultati grotteschi su pazienti di tutte le età.
– Vorrei le labbra di Emily Ratajkowski, gli zigomi di Kendall Jenner, il seno di Selena Gomez, il naso di Amber Heard, il lato b di Kim Kardashian… curare la propria bellezza o nascondersi dietro la maschera della bellezza?
Dottoressa Maria Stella Tarico, chirurgo plastico: “Non esiste una bellezza standard, la bellezza è la costruzione di una relazione migliore con sé stessi, la valorizzazione della propria unicità. Ed è l’inestetismo che va rimosso, non la personalità del paziente. L’ossessione di somigliare a questa o a quella Star nasconde in realtà la paura di misurarsi sugli altri fronti, e la bellezza, in questo caso, non serve a mostrare, quanto a nascondere un profondo senso di inferiorità. La convinzione di dover essere diversi da come siamo è alla base di molti disagi. Inevitabilmente, tutto questo manda in frantumi l’autostima”.
– Bandito l’aspetto palesemente “rifatto”, perfetto oggi vuol dire naturale?
“Assolutamente sì. Compito del chirurgo plastico è dirigere il paziente non verso il modello del momento, uno stereotipo di bellezza omologato e innaturale che invece di arricchire la sua personalità lo priva dei connotati più singolari, unici e speciali, ma verso la valorizzazione dei suoi punti di forza, nel rispetto della sua fisionomia. Un’idea di armonia globale, fisica e psichica”.