Un gesto d’amore, un atto istintivo fra i più naturali al mondo, un buon investimento in salute con il miglior rendimento a vita, una meravigliosa strategia che la natura mette a disposizione di una donna: allattare al seno. Sei pannolini al giorno, 125 grammi in più a settimana: un contatto fra madre e figlio che crea una comunicazione intensa, un racconto di tenerezza, un diritto acquisito. L’Organizzazione mondiale della Sanità e il Ministero della Salute raccomandano l’allattamento al seno fino al sesto mese di vita del bambino, ed è bene che resti la scelta prioritaria anche durante l’integrazione di alimenti complementari, possibilmente fino a due anni. Il latte materno è un alimento unico, il miglior nutrimento per neonati, la più completa risposta alle loro esigenze, e protegge il bebè da numerose patologie tipiche dell’età pediatrica. Statisticamente gli assicura una vita più sana e fa bene anche alla mamma, che sarà meno soggetta a depressione, emorragie, tumori al seno, endometriosi. Ma statistiche a parte, se la maternità è uno dei più grandi privilegi della vita, e se allattare al seno è il sogno di molte donne, come conciliare funzionalità, anatomia e fisiologia con il desiderio di sottoporsi ad un intervento di mastoplastica additiva?
Mentre cresce la richiesta di interventi estetici alla mammella e si abbassa l’età di chi vi si sottopone, la domanda più frequenta resta dopo la mastoplastica additiva potrò allattare al seno? Pianificazione di un aumento volumetrico e dubbi legati ad una delle principali funzioni delle mammelle: è in questo scenario che emergono importanti riflessioni.
La maternità chiama, la chirurgia risponde. Attitudine estetica e vocazione etica, tecniche all’avanguardia, creatività, ricerca, evoluzione e meticolosi atti chirurgici sono oggi finalizzati ad uno scopo primario, quello di rispettare le donne e le loro caratteristiche anatomiche e fisiologiche.
Dottoressa Maria Stella Tarico, chirurgo plastico: “Precisiamo subito che, in linea di massima, non ci sono controindicazioni tra un intervento di mastoplastica additiva e l’allattamento naturale. Gli impianti mammari vengono posizionati tra la ghiandola mammaria e il muscolo pettorale, e non compromettono l’allattamento. Affrontare un aumento di volume del seno prima di una gravidanza non è un problema. L’anatomia del seno durante l’operazione viene rispettata e preservata, mantenendo integra la connessione tra capezzolo e ghiandola mammaria. Ed anche in caso di incisione intorno all’areola, con lo scopo di rendere invisibile la cicatrice, il chirurgo limita l’azione al perimetro della ghiandola, lasciandola intatta e senza recidere i dotti galattofori. Non viene in alcun modo messa a rischio la capacità di produrre latte. Ci sono comunque alcune accortezze che è bene tenere in conto quando si prevede una gravidanza dopo un intervento di aumento del seno:
1) Massaggiare il capezzolo durante il periodo post operatorio: questa pratica può risultare fastidiosa nei primi giorni dopo l’intervento, ma aiuta a ristabilire la giusta sensibilità dei capezzoli. Sarà il chirurgo a spiegare alla paziente la tecnica di automassaggio più adatta per ottenere buoni risultati.
2) Scegliere degli impianti mammari di dimensioni adatte alla morfologia della paziente. È sempre una buona regola avvertire il chirurgo della possibilità di una futura gravidanza. Scegliere protesi troppo voluminose potrebbe comprimere il dotto, ostacolando la fuoriuscita del latte.
3) Bisogna sottoporsi ad ecografia prima di procedere all’allattamento: se è vero che le protesi di ultima generazione sono sicure e realizzate con materiali che non si disperdono nell’organismo, è sempre bene controllarne lo stato di conservazione ed effettuare gli esami di routine, in modo da escludere il rischio di complicazioni.
– Dopo una mastoplastica additiva è più frequente un problema come la Mastite?
“Riguardo la Mastite, un’ infezione della ghiandola mammaria, gli esperti assicurano che il rischio di contrarla è pari a quello di una donna con seno naturale. È un problema abbastanza comune nelle giovani donne, specie al primo allattamento, è causata da infiltrazioni batteriche e favorita da scarsa igiene o ristagno di latte nei dotti. Per scongiurarla sarà sufficiente disinfettare il capezzolo dopo la poppata”.
Il pasto del bebè è dunque assicurato, anche se il seno è rifatto. Ed è così che anche la chirurgia più importante si impegna ad essere responsabile, al fianco di scienza e ricerca, nel sostegno della prevenzione e della protezione, assicurando una sano futuro alla bellezza.