Nickname: blefaroplastica orientale. Un intervento simbolo della contaminazione globale e trasversale, del lifestyle occidentale e del “white power” caucasico, che ribalta schemi, regole e confini. È il 2015 quando scoppia il fenomeno Sun Li – la star cinese protagonista di una famosa serie tv – e quando la blefaro orientale viene per la prima volta raccontata, esibita e celebrata. Da allora sono innumerevoli i casi di vip e influencer di origine asiatica che hanno scelto la doppia palpebra superiore, e che sono un modello a cui i giovani minnennials orientali si ispirano.
Eyes make the difference: da trend elitario a fenomeno spontaneo e virale, l’occhio caucasico interpreta una nuova tendenza, diventa un’icona estetica e rivoluziona il mondo della bellezza, dello stile e non solo del lusso. I numeri sono evidenti: oltre un quinto delle richieste di blefaro, su un totale di 1,3 milioni di interventi mondiali, giunge da Giappone, Cina e paesi limitrofi. Ed anche fra le comunità asiatiche che vivono lontano dai propri paesi d’origine l’intervento è in netta ascesa. Dal punto di vista anatomico il taglio dell’occhio asiatico presenta una palpebra superiore molto bassa, vicino al margine ciliare, e un solco palpebrale superiore pieno e non scavato: la palpebra risulta continua, dal sopracciglio al margine ciliare, e la piega è spesso totalmente assente. Ma quell’affascinante occhio a mandorla privo di doppia palpebra superiore è forse diventato “out”? Il pensiero più accreditato è quello che i pazienti che si sottopongono anche in giovane età a questo intervento cercano di assumere tratti somatici più simili a quelli occidentali, ma ciò che è indiscutibilmente vero è che non solo l’intervento crea un solco palpebrale laddove esso è assente, con un risultato armonioso e naturale, ma consente anche di ingrandire l’occhio, aumentando così il campo visivo con evidenti benefici non solo estetici. E comunque non tutti gli asiatici desiderano uno sguardo occidentale, anzi molti pazienti orientali chiedono un sincero ringiovanimento palpebrale, rinfrescando semplicemente lo sguardo, mantenendo la naturalezza del volto e rispettando la forma a mandorla, perché l’aumento e la ptosi della pelle, il gonfiore delle palpebre superiori e le borse sotto gli occhi sono segni dell’età e inestetismi analoghi sia per occidentali che per orientali.
Ma entriamo nei dettagli dell’intervento.
Dr.ssa Maria Stella Tarico: “La piega palpebrale è quella piega che taglia trasversalmente la palpebra superiore. Essa risulta assente nel 50% della popolazione asiatica. L’assenza della piega palpebrale rende la cute palpebrale debordante e disposta verticalmente fino al limite delle ciglia. La mancanza della piega palpebrale può determinare non solo insoddisfazione dal punto di vista estetico, compresa la difficoltà nell’applicazione del make up, ma anche problemi funzionali, cioè la riduzione del campo visivo. La blefaroplastica orientale è l’intervento che consente di ricostruire la piega palpebrale. L’intervento è eseguito in anestesia locale con una lieve sedazione. Prevede un’incisione nella sede della piega palpebrale che vogliamo creare e la ricostruzione dei piani interni. Si applicano quindi dei punti di sutura che saranno rimossi dopo circa una settimana”.
Procedura mini invasiva, intervento di culto per occhi più ammalianti, con ringiovanimento dello sguardo e aumento del campo visivo. Mondi complementari, un viaggio tra funzionalità e bellezza con percorsi interattivi, una moda liberata e democratica. Certo è che la professionalità del chirurgo deve essere più che mai elevata: garantire un risultato armonioso con l’insieme del volto, mantenere inalterata la naturalezza, rispettare l’espressività, conservare il taglio dell’occhio a mandorla, tratto tipico della razza. Sguardo orientale incisivo, profondo, aperto, giovane. E make up elaborato, con eyeliner onfleek, grafico e sofisticato!