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Il Consenso Informato: un diritto del paziente

Il Consenso Informato e le sue due anime: quella che le appartiene da sempre, tutelativa, liberale, democratica, che sostiene le garanzie costituzionali del paziente, il suo diritto all’informazione e la sua libertà di autorizzare o rifiutare un determinato trattamento sanitario, e quella garantista, che limita la responsabilità del medico ai soli casi di dolo o colpa grave. Ma questa limitazione non ne elimina la responsabilità, e trova il suo invalicabile limite in caso di imperizia, o quando il medico si sia reso responsabile di una condotta negligente o imprudente. Specifico, vincolante, obbligatorio: il Consenso Informato non è un rischio, ma un diritto del paziente. E se il medico è sempre tenuto a scegliere la migliore soluzione per il suo assistito, salvaguardandone la sicurezza, egli risponde altresì dei danni conseguenti alla violazione del dovere di una completa informazione su tutti i possibili esiti dell’intervento chirurgico, al quale è tenuto in ogni caso. Il medico non può intervenire senza il Consenso Informato del paziente: se le singole fasi di un intervento possono assumere un’autonomia gestionale e presentare varie soluzioni alternative, ognuna delle quali può comportare rischi diversi, il suo dovere di informazione si estende anche alla previa spiegazione delle singole fasi dell’intervento, delle soluzioni alternative e dei rispettivi potenziali rischi. La dottrina del Consenso Informato è il frutto di una lenta e costante evoluzione nel rapporto tra personale sanitario e paziente, nell’ottica di un’assistenza olistica in cui viene data ampia enfasi anche al concetto di ascolto, oltre che all’informazione, e al concetto di partecipazione, adeguando il livello di comunicazione alla capacità del paziente di comprendere.

Le password del buon paziente? Informato, consapevole, libero. Libero di scegliere. Sin dalla stesura del primo Codice di etica medica, la filosofia “pazientocentrica” è sempre stata il fulcro del dibattito, animata da menti sagge, qualche creatore e molti sostenitori e promotori dell’autonomia e della libertà di scelta nell’ambito delle decisioni mediche. Promotore di questa svolta futurista, che trova le sue radici già nell’ambito del movimento illuminista, fu Thomas Percival, medico inglese che scrisse il primo codice di etica medica nel 1794, ampliato poi nel 1803, e che per primo sostenne il diritto all’informazione. L’attuale Codice di Deontologia Medica, che in pochi anni ha rivoluzionato il suo profilo, dedica all’informazione del paziente e al suo consenso un intero capitolo: un “InfoLab” costantemente in itinere, per facilitare il dialogo tra medico e assistito.

Dr.ssa Maria Stella Tarico: “Il periodo estivo, con la contestuale pausa da trattamenti ed interventi chirurgici, mi suggerisce di fare un po’ di informazione tra i miei pazienti e contribuire così, nel mio piccolo, a divulgare notizie chiare e di comune utilità. Ad esempio, prima di affrontare qualsiasi tipo di operazione chirurgica, il paziente deve sempre firmare il cosiddetto “Consenso Informato”, documento che espone, in sintesi, le peculiarità dell’operazione e le possibili evenienze negative a cui è possibile incorrere. La Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, quando ben eseguite, sono sempre sicure, ma il paziente deve essere informato su ciò a cui si sta sottoponendo. Diffidate dai consulti medici approssimativi e non esaustivi”.

“Baratterei tutta la mia tecnologia per una serata con Socrate”. Lo diceva Steve Jobs, perché la conoscenza della verità non ha prezzo. Sempre più pazienti condividono pienamente la regola del muoversi “aware”, per acquisire più informazioni possibili e vivere un’esperienza consapevole. E se il Consenso Informato causa ansie e timori… si può sempre dire di no!