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Rifiorire grazie alla chirurgia plastica: anomalie dei capezzoli, quali sono le cure

Introflessi, sporgenti, asimmetrici: abbiamo parlato con la dottoressa Maria Stella Tarico, chirurgo plastico specialista, di quali sono gli interventi dedicati alle anomalie del capezzolo per correggere difetti sia estetici che funzionali. Le nuove tecniche consentono di affrontare ciascuno di questi problemi con un risultato armonioso e naturale.
Seno e anomalie dei capezzoli, ecco le soluzioni
Chi dice seno dice mito, bellezza, sensualità, identità. Ma quando scoprirsi diventa imbarazzante fa male alla coppia, alla self confidence, all’autostima. E quando anche l’allattamento diventa un problema, fa male alla maternità. Difetti, malformazioni, difformità: le anomalie del capezzolo, congenite o acquisite, possono creare profondo disagio estetico e funzionale, ma la chirurgia plastica può correggerle e garantire un risultato armonioso e naturale.

Parola d’ordine: soluzione. Ne parliamo con un’esperta di anomalie del capezzolo comuni e rare, la dottoressa Maria Stella Tarico, chirurgo plastico specialista.

Anomalie del capezzolo: qual è il difetto più frequente?

“Tra le anomalie del capezzolo, l’introflessione (o inversione) è uno dei difetti più frequenti e può manifestarsi sia nell’uomo che nella donna. Si tratta di una condizione in cui il capezzolo non sporge in modo naturale e risulta retratto. Un’anomalia che nella maggioranza dei casi è presente dalla nascita ed in genere è dovuta ad una malformazione dei dotti galattofori (quei piccoli canali che portano all’esterno il latte prodotto dalla ghiandola mammaria) che risultano troppo corti, una brevità duttale che trattiene il capezzolo all’interno. Oltre alla predisposizione congenita, fra le altre cause troviamo infezioni, infiammazioni o mastite. In casi persistenti è possibile ricorrere alla chirurgia: per restituire al capezzolo la sua naturale prominenza, l’intervento consiste nell’eseguire una piccola incisione a livello del capezzolo, rimuovendo i tralci fibrosi e favorendo il rilascio dei dotti galattofori troppo brevi. Al termine dell’operazione, il capezzolo verrà suturato sia all’interno per proiettarlo in fuori, che sulla cute esterna per affrancare meglio i margini. La retrazione acquisita del capezzolo potrebbe essere dovuta anche a seguito di un processo neoplastico: in questi casi l’introflessione è asimmetrica. Si consiglia sempre di sottoporsi a controllo medico ed esami diagnostici per escludere l’implicazione di processi patologici severi”. 

Capezzoli sporgenti o molto grandi. Qual è la soluzione?

“Nei casi di capezzoli molto prominenti, una condizione che può creare disagio, una procedura molto richiesta è la riduzione. Anche questa anomalia può manifestarsi sia nell’uomo che nella donna. La causa può essere di natura genetica o acquisita, sviluppandosi con l’età o con i cambiamenti ormonali. L’intervento chirurgico di riduzione prevede la rimozione del tessuto in eccesso, in modo da ridurre altezza e diametro del capezzolo. Si tratta di una procedura molto semplice, viene di solito eseguita in anestesia locale e richiede un veloce periodo di convalescenza. L’esito è apprezzabile subito dopo l’intervento”. 

Asimmetria dei capezzoli: anche questa è una procedura semplice?

“Questa correzione è un po’ diversa, perché prevede un approccio personalizzato. Ogni caso di asimmetria è unico. Così come le mammelle non sono mai identiche, anche i capezzoli possono avere dimensioni differenti. Nei casi in cui l’asimmetria fosse molto evidente, la chirurgia correttiva può prevedere una riduzione di un capezzolo o un intervento di aumento, ad esempio tramite innesto di tessuto, per ottenere una simmetria ottimale”.