Quando il ritocco diventa ossessione.
E’ in aumento il numero di pazienti che cercano nella Chirurgia Estetica la soluzione ad un disagio emotivo, col fine di migliorare la propria immagine. Ma è saggio idealizzare specifici canoni di bellezza, sia del volto che del fisico, e permettersi il lusso di non considerare la propria età, la memoria e la storia di sé, l’aspetto della propria fisicità nel suo contesto, la propria personalità nella sua interezza? Se si desiderano il naso di Kim Kardashian, le labbra di Scarlett Johansson, i glutei di Belen, se si desidera apparire eterni venticinquenni anche a 50 anni, è saggio affermare il diritto al proprio personale concetto di bellezza, e cercare quel chirurgo che saprà accontentarci? La verità è che quando un paziente richiede trattamenti estetici di chirurgia estrema fini a sé stessi, che si piegano ad un modello esterno di bellezza già codificata, alla ricerca di un ideale di perfezione sempre più difficile da raggiungere, quel paziente ha un disturbo morfologico, o in una semplice parola, un’ossessione. Uno stereotipo di bellezza rigidamente precostituito e generalizzato, che prescinde dal reale, non migliorerà la sua immagine, non risolverà il suo disagio emotivo, non eleverà il suo rapporto con sé stesso. Un buon chirurgo plastico sa notare la differenza fra chi desidera dare il meglio di sé, e chi invece desidera essere qualcun altro, annullando sé stesso. Un buon chirurgo plastico sa anche dire NO. Dottoressa Maria Stella Tarico: “Tendenzialmente c’è uno spostamento, da un’idea di estetica e di puro godimento estetico, a un’idea di armonia globale, fisica e psichica. Il lato estetico non è distaccato dalla personalità del paziente. La bellezza non è soltanto consenso degli altri, o una bella vetrina, ma è come la costruzione di una relazione migliore con sé stessi, e quindi con il mondo esterno. Per noi chirurghi la regola generale è quella di valutare bene i singoli casi, sconsigliare sempre al paziente un’idea estetica che prescinde dal contesto, renderlo consapevole dell’importanza del suo aspetto. Mai strafare, mai esagerare. Less is more, less is the best”. La bellezza oggi non è solo un canone sedimentato (per intenderci, niente rughe, belle labbra, un lato B da urlo…). Tra le varie declinazioni dell’estetica contemporanea si fa sempre più strada nella coscienza collettiva il concetto che il diventare semplicemente “il meglio di ciò che si è” è già bellezza. Bellezza intesa come qualità della vita e dei rapporti interpersonali, intesa come consapevolezza di piacere e sicurezza, e quindi capacità di azione. Chi crede in sé e nelle proprie capacità tende all’ottimismo, crede negli altri, e può fare della propria vita un capolavoro. Io OK, tu OK.