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Protesi mammarie: tutto quello che ancora non sapete (per esempio quando sostituirle)

1962. La Marvel lancia “L’incredibile Hulk”, Andy Warhol espone la sua prima mostra di Pop Art con la famosa lattina di fagioli Campbell’s soup, i chirurghi plastici Cronin e Gerow impiantano la prima protesi mammaria al silicone. La pioniera del primo intervento di aumento del seno al silicone, Timmie Jean Lindsay, passa da una coppa B ad una C, è entusiasta del risultato e racconta che gli effetti estetici sono durati circa 15 anni, dopo i quali il nuovo seno, prima alto e sodo, proprio come quelli naturali ha cominciato a scendere verso il basso con l’avanzare dell’età…

Certo da allora ne ha fatto di strada! Mastoplastica Additiva: un boost alla bellezza, all’umore, all’autostima. E insieme all’intervento sempre in cima alla top list oggi è in grande ascesa anche la richiesta di Mastoplastica Secondaria, cioè la sostituzione delle protesi mammarie.

Due parole, Cambio Protesi, stra-googlate, stra-ricercate sul web: ma perché? Ne parliamo con la dottoressa Maria Stella Tarico, chirurgo plastico.

– Esistono delle regole per la sostituzione delle protesi?

“Ecco una delle domande più frequenti poste dalle nostre pazienti. Non esiste alcuna regola al riguardo. Non è corretto sostenere che le protesi vadano sostituite dopo 10 o 15 anni, come spesso si sente dire. Se il seno è in salute e le protesi sono integre e non presentano problemi, la paziente può tenerle anche per molti più anni! Nella maggior parte dei casi la Mastoplastica Secondaria si fa perché le pazienti “vogliono” e non “devono” cambiare le protesi. Magari perché vogliono diminuire il volume, aumentarlo ulteriormente o risollevare un seno che dopo molto tempo ha subito la sua “fisiologica” caduta, complici gli anni che passano e l’effetto gravitazionale”.

– Altre cause?

“Certo le cause che portano la paziente a sottoporsi ad una Mastoplastica Secondaria possono essere tante: esiti estetici non soddisfacenti del precedente intervento, difetti sopraggiunti anni dopo l’impianto come cambiamenti di forma, dislocazione, alterazione del profilo. In alcuni casi poi l’intervento è improcrastinabile: diventa necessario in caso di deterioramento, rottura di vecchie protesi, contrattura capsulare”.

– Ok, le cinquantenni di oggi sono le trentenni di ieri… ma non le loro protesi mammarie. Che dire sui vecchi impianti degli interventi più datati?

“Ci sono molte donne che hanno fatto la Mastoplastica Additiva decine e decine di anni fa e che dovranno, prima o poi, sostituire le loro vecchie protesi mammarie con modelli più nuovi e più scuri. È bene ricordare che le protesi mammarie sono utilizzate da oltre 50 anni, ed impianti di prima o seconda generazione, composti da gel semi-liquido o poco consistente avvolto in pareti esterne monostrato possono con il passare degli anni deteriorarsi, deformarsi o rompersi. Oggi le protesi hanno una durata potenzialmente illimitata e, se non subiscono danneggiamenti, possono conservarsi integre per sempre. La tecnologia in questo campo ha fatto passi da gigante: le più attuali possiedono proprietà meccaniche e reologiche eccellenti, consentono una maggiore ergonomia e una migliore sensazione al tatto e soprattutto sono realizzate in gel coesivo: un livello di innovazione che si traduce in estetica, in alta prestazione e soprattutto in sicurezza”.