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Medico-paziente: il valore dei rapporti umani

Prescrivere un antibiotico, buttare giù una pastiglia. È questo oggi il rapporto medico-paziente? A volte no. Se raccontare il medico ideale non è una facile impresa, e trovarlo è ancora più difficile, una cosa è assolutamente certa: ognuno di noi, nel ruolo di paziente, cerca un professionista che trabocchi di sapere, di energia, di ottimismo, di vivacità culturale, di intensità umana, con una carriera costellata di copertine, di lauree e di specializzazioni. Un cosmopolita, che viva in un continuo, incessante work in progress, che si aggiorni continuamente, che conosca le più efficaci terapie all’avanguardia, che insegua il miglior risultato, ma che al di sopra di ogni cosa entri in comunicazione con noi. Un medico che si prenda cura di noi, in una nobile e delicata relazione basata su affinità elettive. Impersonali casi clinici e freddi protocolli si contrappongono alla soggettività assoluta dei problemi di ciascun essere umano. Un buon medico, un vero medico, che ne sia cosciente o no, è coinvolto al di là del trattamento terapeutico. Questo tipo di comunicazione, di natura umana e non scientifica, determina un sostanziale ruolo nella riuscita di un intervento o di una terapia. Un effetto placebo che in molti casi può fare la differenza. Oggi il medico ha una nuova missione: entrare in empatia col paziente, ascoltare, creare un rapporto di fiducia. Questo medico ha una marcia in più. Se poi il tema è la Chirurgia Plastica o la Medicina Estetica, il binomio medico-paziente diventa ancora più delicato. Si parla di bellezza e nonsolobellezza, di corpo e di psiche, di maggiore sicurezza in se stessi, di piacere e di piacersi. L’elenco dei desideri, le aspettative del paziente nella sua integrità psicofisica si incontrano con la competenza del medico, e il processo comunicativo non può restare a livello cliché, ma spingersi ad un livello più profondo. Medici e pazienti devono diventare soggetti interagenti, all’interno di un processo collaborativo e animati da un comune obiettivo, la soddisfazione e la felicità.

L’inizio di una relazione temporanea

Il binomio medico-paziente diventa una coppia. La Comunicazione, sin dall’inizio, costituisce una premessa fondamentale in quello che sarà l’atto medico, la terapia e la soddisfazione del risultato.

L’ascolto

Il paziente chiede attenzione. E’ una persona, non una cartella clinica. Il tempo dedicato alla visita deve prevedere una fase di ascolto, una funzione cognitiva ed emotiva, mai passiva, una reale volontà di comprendere e di immedesimarsi con il punto di vista del paziente.

La condivisione

Medico e paziente guardano insieme nella stessa direzione. L’obiettivo finale è chiaro, e il clima è quello della fiducia e dell’empatia. Il trattamento, l’intervento, la terapia, saranno una strada in discesa.

La serenità

Un buon rapporto tra medico e paziente, a questo punto, al pari di una buona medicina, può combattere il dolore, il senso di malessere e lo stress. La serenità e il buonumore, quindi la certezza di essersi rivolto al medico giusto, abbreviano i tempi di convalescenza e accelerano la guarigione.

Il cerchio si chiude così. Finisce una storia, e ci lascia felici e soddisfatti. Un’esperienza positiva, un ottimo risultato, una nuova qualità della vita. Riflettete dunque, voi che medico scegliete? Meno cattedratico e più umano, meno professionale e più sorridente, che non veste il solo contenuto, ma nutre l’anima.

Dedicato alla nostra dottoressa Maria Stella Tarico, un concentrato di professionalità ed energia, di empatia e di umanità, di alta intelligenza razionale e profonda intelligenza emotiva. Una grande leader in stile coach, che interpreta un nuovo rapporto medico-paziente.